谁知道S.Giovanni Valdarno这个意大利城市的详细资料?
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San Giovanni Valdarno
Stato: Italia
Regione: Toscana
Provincia: Arezzo
Coordinate: 43°33′52〃N 11°31′58〃E / 43.56444, 11.53278Coordinate: 43°33′52〃N 11°31′58〃E / 43.56444, 11.53278
Altitudine: 134 m s.l.m.
Superficie: 21,32 km²
Abitanti: 17.067 2005
Densità: 800,52 ab./km²
Frazioni: Badiola-Renacci, Borro al Quercio, Gruccia, Montecarlo, Ponte alle forche, Porcellino, Pruneto
Comuni contigui: Castelfranco di Sopra, Cavriglia, Figline Valdarno (FI), Montevarchi, Terranuova Bracciolini
CAP: 52027
Pref. telefonico: 055
Codice ISTAT: 051033
Codice catasto: H901
Nome abitanti: sangiovannesi
Santo patrono: San Giovanni Battista
Giorno festivo: 24 giugno
Sito istituzionale
Visita il Portale Italia
Panorama della Val d'ArnoSan Giovanni Valdarno è un comune di 17.067 abitanti della provincia di Arezzo. Come indica il suo nome, si trova nella valle del fiume Arno. All'origine (1296) si chiamava Castel San Giovanni. Venne edificato per conto di Firenze sui progetti che Arnolfo di Cambio elaborava per realizzare gli avamposti del governo centrale, le "terre nuove fiorentine" (non vi è la certezza della diretta partecipazione dell'urbanista ai lavori). La struttura urbanistica del centro storico richiama l'organizzazione della città romana, con grande piazza centrale dalla quale partono i due assi principali perpendicolari tra loro, dai quali nascono le strade secondarie.
Storia
La fondazione e il controllo fiorentino
Tra la fine del XIII ed il XIV l'area del comune ancora oggi denominata Valdarno Superiore non era ancora inserita in modo stabile nell'ambito del contado di Firenze; a questo scopo il capoluogo fiorentino decise di consolidare il controllo dell'intera area dell'Arno attraverso un complesso sistema di presidi militari.
I centri abitati già esistenti vengono difesi con la creazione di cinte murarie come nella località di Montevarchi, mentre al tempo stesso vengono fondate tre nuove città, prontamente munite di difese murarie. La fondazione dei comuni di San Giovanni e Castelfranco risale infatti, secondo lo storico Giovanni Villani, al 1296, mentre una provvisione del 26 gennaio 1299 prevedeva la costruzione della terza città, Terranuova, che viene popolata soprattutto grazie alla vicina città di Castello San Giovanni. I coloni venivano incentivati attraverso notevoli sgravi fiscali, ma sebbene Firenze stessa si fosse accollata la parte economica di queste nuove costruzioni, a loro spettava sempre la manodopera manuale e l'edificazione delle nuove abitazioni.
I tre paesi dovevano essere prevalentemente agricoli, e come tale venne stabilito che nessun nobile potesse risiedervi stabilmente, ma potesse mantenervi dei possedimenti terrieri o edilizi.
Mappa aerea del centro storico di San Giovanni Valdarno che ben evidenzia la struttura quadrangolare e ordinata della città
La costruzione delle nuove mura
Firenze lamentò in quest'epoca una certa lentezza nell'esecuzione di questi lavori di edificazione e fortificazione che esponeva l'intera area ad attacchi sempre più frequenti, soprattutto ad opera dei pisani e della vicina Arezzo. Già nel 1352, un rapporto locale indica che le mura risultano in pessime condizioni e come tale, tra il 1356 ed il 1363 la cinta muraria viene ristrutturata e rafforzata, portando a ventiquattro il numero delle torri difensive. Dopo la conquista di Arezzo, lo stato fiorentino deve ora scontrarsi con la politica espansionistica dei Visconti di Milano che mirano ad impadronirsi delle terre dell'Emilia e della Toscana. Questo fa si che il paese di San Giovanni mantenga la propria funzione di presidio militare di rilievo.
Il Vicariato del Valdarno
Dopo secoli di lotte interne, la Valle dell'Arno vive tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XV secolo un periodo di relativa pace che consente al paese di San Giovanni Valdarno di svilupparsi internamente. A ques'epoca risale il Palazzo Pretorio che fino al 1401 fu sede del Podestà di San Giovanni e che invece, dagli inizi del XV secolo, accolse anche i Vicari del Valdarno Superiore. Questi vicari avevano una giurisdizione sui territori dei comuni di Greve, Pontassieve, Incisa, Figline, Cascia di Reggello, Castelfranco di Sopra, Terranuova, Montevarchi, Bucine, Laterina.
Dai Visconti alla peste
Nel 1431 diversi centri della Valle dell'Arno vengono colti impreparati per l'ennesima volta dai temuti attacchi dei Visconti, a cui ben presto, nel 1478, si sostituiscono quelli dell'esercito papale di Sisto IV che invadono la Valle dell'Arno e conquistano i paesi di San Giovanni e Montevarchi. Come se non bastasse, l'anno successivo a San Giovanni si sviluppò una grande epidemia di peste che sterminò i due terzi della popolazione cittadina. La cittadinanza, ripresasi dagli sconvolgimenti, eresse l'Oratorio della Madonna delle Grazie.
La decadenza del ruolo strategico
Un marzocco fiorentino sul modello di quello del Palazzo di Arnolfo di San Giovanni ValdarnoNel XVI secolo ormai l'area compresa nel contado Fiorentino è ormai consolidata nei suoi possedimenti e gran parte dell'area di Arezzo è al sicuro. Questo fatto fa perdere ovviamente d'importanza tutti quei comuni che avevano svolto funzioni strategiche rilevanti nell'area e lungo tutto il corso del fiume Arno. Il paese di San Giovanni si ridimensiona anche sotto l'aspetto economico, in quanto la politica immobiliare portata avanti dalla borghesia fiorentina, fece passare in secondo piano il ruolo commerciale del centro. Da segnalare, per il periodo, è la ristrutturazione delle mura cittadine, seriamente danneggiate nei primi anni del XVI secolo da una delle frequenti e devastanti piene dell'Arno.
Il governo degli Asburgo-Lorena
La rinascita (anche demografica) del paese si registrò invece a partire dal periodo di amministrazione austriaca. Le riforme del Granduca Pietro Leopoldo che tendevano a consentire una certa autonomia alle identità locali segnano, tra il 1772 e il 1774, la fine dei vicariati e delle podesterie dei paesi del corso dell'Arno. La politica del Granduca, fortemente favorevole all'agricoltura, promosse grandi opere di canalizzazione e bonifica delle terre della valle, il che permise un maggiore sfruttamento dell'area. A San Giovanni la ripresa é documentata dall'intensa opera di ristrutturazione e di ammodernamento di importanti palazzi del centro cittadino.
Dai primi dell'Ottocento all'unita d'Italia
Sotto il governo napoleonico, San Giovanni Valdarno é compresa nel Dipartimento dell'Arno. Nel 1848, per decreto del granduca, vengono definitivamente soppressi i vicariati e le podesterie e il paese perde anche il controllo della frazione di Cavriglia, divenuta così comune autonomo, entrando nello stesso anno a far parte della provincia di Arezzo. Questo passaggio viene poi confermato nel 1862 dopo l'unità d'Italia e dopo l'annessione della Toscana ai domini piemontesi con il plebiscito del 1859. Il comune di San Giovanni Valdarno, però, da sempre fedele a Firenze e legato al capoluogo da profonda devozione storica, chiese inutilmente di essere reintegrato in quella provincia con una raccolta di 484 firme dei personaggi più in vista del paese.
Il Novecento
San Giovanni Valdarno, già dalla fine dell'Ottocento, conosce un periodo di forte crescita e riqualificazione. Notevole è l'impegno sindacale e operaio dell'area, che si distingue anche in ambito fiorentino ed aretino per impegno sociale. La Seconda Guerra Mondiale, però, spezza l'illusione di benessere della cittadinanza danneggiando seriamente le principali strutture produttive agricole e industriali della città. Il dopoguerra, di conseguenza, è incentrato sulla ripresa economica del centro e da un consequenziale aumento demografico. Sul finire degli anni '70 iniziò anche il recupero del centro storico, fortemente degradato dagli eventi bellici e dalla scarsa manutenzione operata già dai primi del Novecento. Il fatto comportò uno studio completo per la riqualifica delle case più antiche.
Personaggi illustri
San Giovanni Valdarno vanta numerosi personaggi di fama nazionale ed internazionale che qui sono nati, morti o hanno vissuto per gran parte della propria vita:
Tommaso di Cristoforo Fini, noto come Masolino da Panicale (n. 1383), pittore, maestro di Masaccio.
Mariotto di Cristofano (n. 1395), iscritto nel 1419 all'Arte dei Legnaioli come "chofanaio" (decoratore di coperchi dei cassoni nuziali, detti cofani).
Tommaso di ser Giovanni, in arte Masaccio (n. 1401), pittore, allievo di Masolino da Panicale.
Giovanni di ser Giovanni, in arte lo Scheggia (n. 1406), pittore, fratello di Masaccio.
Originaria di San Giovanni Valdarno fu la ricca famiglia dei Benci, valenti mercanti fiorentini della fine del XV secolo.
Giovanni Mannozzi, in arte Giovanni da San Giovanni (n. 1592), pittore.
Francesco Feroci (n. 1673), musicista, primo organista del Duomo di Firenze.
Niccolò Nasoni (n. 1691), pittore, progettista di apparati effimeri e architetto, attivo principalmente a Malta ed Oporto.
Wilfredo Pareto, economista, sociologo. A San Giovanni Valdarno ha diretto le Ferriere del Valdarno.
Martino Martini, (n.1897 m.1958), Senatore della Repubblica nella II e III Legislatura.
La Pieve di Santa Maria
Edifici notevoli
Chiese
Convento di San Francesco a Montecarlo
Basilica di Santa Maria delle Grazie
Chiesa della Santissima Annunziata
Chiesa di San Lorenzo
Chiesa di Santa Lucia
Pieve di San Giovanni Battista
Ville e palazzi
Palazzo d'Arnolfo
Palazzo d'ArnolfoIl Palazzo Pretorio, noto soprattutto con il nome di Palazzo d'Arnolfo (dal nome di Arnolfo di Cambio), è un palazzo duecentesco che costituì per secoli il centro di potere del paese di San Giovanni Valdarno. L'impianto medievale, rimaneggiato già nel quattrocento, ha goduto recentemente di sapienti lavori di restauro che lo hanno riportato all'antico splendore.
Il piano terreno è costituito da un ampio porticato con quattro arcate sulle facciate e sei sui fianchi, sostenute da pilastri ottagonali ornati con gli stemmi della città dominante, Firenze (il cui emblema è appunto il giglio fiorentino) e del partito dei guelfi (un'aquila). Nell'atrio della struttura viene conservato l'originale del Marzocco, una statua posta su un alto piedistallo di pietra che personifica il dominio fiorentino sulla città: un leone seduto che regge con la zampa lo scudo gigliato. Alle pareti, di notevole interesse sono gli stemmi affrescati che rappresentano le famiglie di rilievo del paese.
Il primo piano presenta sulle facciate due loggiati su colonne e capitelli di stile rinascimentale. Una torre emerge dal centro della parete posteriore, con un doppio ordine di finestre ed è completata da una merlatura.
La facciata, forse la parte più rilevante dell'intero edificio, è contraddistinta da oltre duecentocinquanta blasoni, che rappresentano gli stemmi rimasti di tutti i vicariati della città, dal più antico del 1410 al più recente del 1772. Queste decorazioni sono realizzate in pietra o in ceramica e altri sono scolpiti nei pilastri dell'edificio, o ancora sono dipinti ad affresco.
Il Palazzaccio
Detto anche Palazzo Salviati, è di origine trecentesca, ma presenta anche modifiche successive. La facciata si propone singolare, ricordando i modelli dell'architettura toscana del tardo rinascimento, col tipico utilizzo della sovrapposizione di logge ad archi ribassati nei primi due orgini e architravati a terrazza sul terzo.
Lo stemma
Lo stemma del comune di San Giovanni Valdarno ha origini molto antiche. Esso venne probabilmente realizzato alla fondazione della città e rappresenta la figura di San Giovanni Battista, patrono della città e patrono di Firenze (a cui la città è sempre stata indissolubilmente legata), stante e benedicente, al naturale, posto su un prato verde, il tutto su uno scudo d'azzurro.
Gastronomia
Stufato alla Sangiovannese, ricetta segreta legata alla tradizione degli Uffizi nei saloni della Basilica di Santa Maria delle Grazie.
Rigatina, uno speciale tipo di pancetta "stesa" locale, molto saporita.
Sport
La società calcistica A.C. Sangiovannese 1927 è attualmente in Seconda Divisione della Lega Pro girone B.
Sbandieratori a San Giovanni
Eventi e tradizioni popolari
Uffizi di Carnevale
Carnevale Sangiovannese
Festa della Salacca
Valdarno Cinema Fedic [1]
Giugno Sangiovannese
Europlà, Festa Internazionale del Teatro comico di Strada
Giugno Sport
Fierucola
Festa della Rificolona
Festa del Perdono
Amministrazione comunale
Sindaco: Mauro Tarchi (DS) dal 15/06/2004
Centralino del comune: 055 91261
Posta elettronica: infosgv@val.it
Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
Classificazione climatica: zona D, 1937 GR/G
Diffusività atmosferica: alta, Ibimet CNR 2002
Gemellaggi
San Giovanni Valdarno è gemellato con:
Mahbes, Sahara Occidentale
Corning, Stati Uniti
Università
Dal 2001 è sede di un distaccamento dell'università di Siena grazie alla costruzione del Centro di Geotecnologie. La sede universitaria ha un corso di laurea triennale in Geotecnologie e un corso di laurea specialistica in Geologia Applicata.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
San Giovanni Valdarno
Stato: Italia
Regione: Toscana
Provincia: Arezzo
Coordinate: 43°33′52〃N 11°31′58〃E / 43.56444, 11.53278Coordinate: 43°33′52〃N 11°31′58〃E / 43.56444, 11.53278
Altitudine: 134 m s.l.m.
Superficie: 21,32 km²
Abitanti: 17.067 2005
Densità: 800,52 ab./km²
Frazioni: Badiola-Renacci, Borro al Quercio, Gruccia, Montecarlo, Ponte alle forche, Porcellino, Pruneto
Comuni contigui: Castelfranco di Sopra, Cavriglia, Figline Valdarno (FI), Montevarchi, Terranuova Bracciolini
CAP: 52027
Pref. telefonico: 055
Codice ISTAT: 051033
Codice catasto: H901
Nome abitanti: sangiovannesi
Santo patrono: San Giovanni Battista
Giorno festivo: 24 giugno
Sito istituzionale
Visita il Portale Italia
Panorama della Val d'ArnoSan Giovanni Valdarno è un comune di 17.067 abitanti della provincia di Arezzo. Come indica il suo nome, si trova nella valle del fiume Arno. All'origine (1296) si chiamava Castel San Giovanni. Venne edificato per conto di Firenze sui progetti che Arnolfo di Cambio elaborava per realizzare gli avamposti del governo centrale, le "terre nuove fiorentine" (non vi è la certezza della diretta partecipazione dell'urbanista ai lavori). La struttura urbanistica del centro storico richiama l'organizzazione della città romana, con grande piazza centrale dalla quale partono i due assi principali perpendicolari tra loro, dai quali nascono le strade secondarie.
Storia
La fondazione e il controllo fiorentino
Tra la fine del XIII ed il XIV l'area del comune ancora oggi denominata Valdarno Superiore non era ancora inserita in modo stabile nell'ambito del contado di Firenze; a questo scopo il capoluogo fiorentino decise di consolidare il controllo dell'intera area dell'Arno attraverso un complesso sistema di presidi militari.
I centri abitati già esistenti vengono difesi con la creazione di cinte murarie come nella località di Montevarchi, mentre al tempo stesso vengono fondate tre nuove città, prontamente munite di difese murarie. La fondazione dei comuni di San Giovanni e Castelfranco risale infatti, secondo lo storico Giovanni Villani, al 1296, mentre una provvisione del 26 gennaio 1299 prevedeva la costruzione della terza città, Terranuova, che viene popolata soprattutto grazie alla vicina città di Castello San Giovanni. I coloni venivano incentivati attraverso notevoli sgravi fiscali, ma sebbene Firenze stessa si fosse accollata la parte economica di queste nuove costruzioni, a loro spettava sempre la manodopera manuale e l'edificazione delle nuove abitazioni.
I tre paesi dovevano essere prevalentemente agricoli, e come tale venne stabilito che nessun nobile potesse risiedervi stabilmente, ma potesse mantenervi dei possedimenti terrieri o edilizi.
Mappa aerea del centro storico di San Giovanni Valdarno che ben evidenzia la struttura quadrangolare e ordinata della città
La costruzione delle nuove mura
Firenze lamentò in quest'epoca una certa lentezza nell'esecuzione di questi lavori di edificazione e fortificazione che esponeva l'intera area ad attacchi sempre più frequenti, soprattutto ad opera dei pisani e della vicina Arezzo. Già nel 1352, un rapporto locale indica che le mura risultano in pessime condizioni e come tale, tra il 1356 ed il 1363 la cinta muraria viene ristrutturata e rafforzata, portando a ventiquattro il numero delle torri difensive. Dopo la conquista di Arezzo, lo stato fiorentino deve ora scontrarsi con la politica espansionistica dei Visconti di Milano che mirano ad impadronirsi delle terre dell'Emilia e della Toscana. Questo fa si che il paese di San Giovanni mantenga la propria funzione di presidio militare di rilievo.
Il Vicariato del Valdarno
Dopo secoli di lotte interne, la Valle dell'Arno vive tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XV secolo un periodo di relativa pace che consente al paese di San Giovanni Valdarno di svilupparsi internamente. A ques'epoca risale il Palazzo Pretorio che fino al 1401 fu sede del Podestà di San Giovanni e che invece, dagli inizi del XV secolo, accolse anche i Vicari del Valdarno Superiore. Questi vicari avevano una giurisdizione sui territori dei comuni di Greve, Pontassieve, Incisa, Figline, Cascia di Reggello, Castelfranco di Sopra, Terranuova, Montevarchi, Bucine, Laterina.
Dai Visconti alla peste
Nel 1431 diversi centri della Valle dell'Arno vengono colti impreparati per l'ennesima volta dai temuti attacchi dei Visconti, a cui ben presto, nel 1478, si sostituiscono quelli dell'esercito papale di Sisto IV che invadono la Valle dell'Arno e conquistano i paesi di San Giovanni e Montevarchi. Come se non bastasse, l'anno successivo a San Giovanni si sviluppò una grande epidemia di peste che sterminò i due terzi della popolazione cittadina. La cittadinanza, ripresasi dagli sconvolgimenti, eresse l'Oratorio della Madonna delle Grazie.
La decadenza del ruolo strategico
Un marzocco fiorentino sul modello di quello del Palazzo di Arnolfo di San Giovanni ValdarnoNel XVI secolo ormai l'area compresa nel contado Fiorentino è ormai consolidata nei suoi possedimenti e gran parte dell'area di Arezzo è al sicuro. Questo fatto fa perdere ovviamente d'importanza tutti quei comuni che avevano svolto funzioni strategiche rilevanti nell'area e lungo tutto il corso del fiume Arno. Il paese di San Giovanni si ridimensiona anche sotto l'aspetto economico, in quanto la politica immobiliare portata avanti dalla borghesia fiorentina, fece passare in secondo piano il ruolo commerciale del centro. Da segnalare, per il periodo, è la ristrutturazione delle mura cittadine, seriamente danneggiate nei primi anni del XVI secolo da una delle frequenti e devastanti piene dell'Arno.
Il governo degli Asburgo-Lorena
La rinascita (anche demografica) del paese si registrò invece a partire dal periodo di amministrazione austriaca. Le riforme del Granduca Pietro Leopoldo che tendevano a consentire una certa autonomia alle identità locali segnano, tra il 1772 e il 1774, la fine dei vicariati e delle podesterie dei paesi del corso dell'Arno. La politica del Granduca, fortemente favorevole all'agricoltura, promosse grandi opere di canalizzazione e bonifica delle terre della valle, il che permise un maggiore sfruttamento dell'area. A San Giovanni la ripresa é documentata dall'intensa opera di ristrutturazione e di ammodernamento di importanti palazzi del centro cittadino.
Dai primi dell'Ottocento all'unita d'Italia
Sotto il governo napoleonico, San Giovanni Valdarno é compresa nel Dipartimento dell'Arno. Nel 1848, per decreto del granduca, vengono definitivamente soppressi i vicariati e le podesterie e il paese perde anche il controllo della frazione di Cavriglia, divenuta così comune autonomo, entrando nello stesso anno a far parte della provincia di Arezzo. Questo passaggio viene poi confermato nel 1862 dopo l'unità d'Italia e dopo l'annessione della Toscana ai domini piemontesi con il plebiscito del 1859. Il comune di San Giovanni Valdarno, però, da sempre fedele a Firenze e legato al capoluogo da profonda devozione storica, chiese inutilmente di essere reintegrato in quella provincia con una raccolta di 484 firme dei personaggi più in vista del paese.
Il Novecento
San Giovanni Valdarno, già dalla fine dell'Ottocento, conosce un periodo di forte crescita e riqualificazione. Notevole è l'impegno sindacale e operaio dell'area, che si distingue anche in ambito fiorentino ed aretino per impegno sociale. La Seconda Guerra Mondiale, però, spezza l'illusione di benessere della cittadinanza danneggiando seriamente le principali strutture produttive agricole e industriali della città. Il dopoguerra, di conseguenza, è incentrato sulla ripresa economica del centro e da un consequenziale aumento demografico. Sul finire degli anni '70 iniziò anche il recupero del centro storico, fortemente degradato dagli eventi bellici e dalla scarsa manutenzione operata già dai primi del Novecento. Il fatto comportò uno studio completo per la riqualifica delle case più antiche.
Personaggi illustri
San Giovanni Valdarno vanta numerosi personaggi di fama nazionale ed internazionale che qui sono nati, morti o hanno vissuto per gran parte della propria vita:
Tommaso di Cristoforo Fini, noto come Masolino da Panicale (n. 1383), pittore, maestro di Masaccio.
Mariotto di Cristofano (n. 1395), iscritto nel 1419 all'Arte dei Legnaioli come "chofanaio" (decoratore di coperchi dei cassoni nuziali, detti cofani).
Tommaso di ser Giovanni, in arte Masaccio (n. 1401), pittore, allievo di Masolino da Panicale.
Giovanni di ser Giovanni, in arte lo Scheggia (n. 1406), pittore, fratello di Masaccio.
Originaria di San Giovanni Valdarno fu la ricca famiglia dei Benci, valenti mercanti fiorentini della fine del XV secolo.
Giovanni Mannozzi, in arte Giovanni da San Giovanni (n. 1592), pittore.
Francesco Feroci (n. 1673), musicista, primo organista del Duomo di Firenze.
Niccolò Nasoni (n. 1691), pittore, progettista di apparati effimeri e architetto, attivo principalmente a Malta ed Oporto.
Wilfredo Pareto, economista, sociologo. A San Giovanni Valdarno ha diretto le Ferriere del Valdarno.
Martino Martini, (n.1897 m.1958), Senatore della Repubblica nella II e III Legislatura.
La Pieve di Santa Maria
Edifici notevoli
Chiese
Convento di San Francesco a Montecarlo
Basilica di Santa Maria delle Grazie
Chiesa della Santissima Annunziata
Chiesa di San Lorenzo
Chiesa di Santa Lucia
Pieve di San Giovanni Battista
Ville e palazzi
Palazzo d'Arnolfo
Palazzo d'ArnolfoIl Palazzo Pretorio, noto soprattutto con il nome di Palazzo d'Arnolfo (dal nome di Arnolfo di Cambio), è un palazzo duecentesco che costituì per secoli il centro di potere del paese di San Giovanni Valdarno. L'impianto medievale, rimaneggiato già nel quattrocento, ha goduto recentemente di sapienti lavori di restauro che lo hanno riportato all'antico splendore.
Il piano terreno è costituito da un ampio porticato con quattro arcate sulle facciate e sei sui fianchi, sostenute da pilastri ottagonali ornati con gli stemmi della città dominante, Firenze (il cui emblema è appunto il giglio fiorentino) e del partito dei guelfi (un'aquila). Nell'atrio della struttura viene conservato l'originale del Marzocco, una statua posta su un alto piedistallo di pietra che personifica il dominio fiorentino sulla città: un leone seduto che regge con la zampa lo scudo gigliato. Alle pareti, di notevole interesse sono gli stemmi affrescati che rappresentano le famiglie di rilievo del paese.
Il primo piano presenta sulle facciate due loggiati su colonne e capitelli di stile rinascimentale. Una torre emerge dal centro della parete posteriore, con un doppio ordine di finestre ed è completata da una merlatura.
La facciata, forse la parte più rilevante dell'intero edificio, è contraddistinta da oltre duecentocinquanta blasoni, che rappresentano gli stemmi rimasti di tutti i vicariati della città, dal più antico del 1410 al più recente del 1772. Queste decorazioni sono realizzate in pietra o in ceramica e altri sono scolpiti nei pilastri dell'edificio, o ancora sono dipinti ad affresco.
Il Palazzaccio
Detto anche Palazzo Salviati, è di origine trecentesca, ma presenta anche modifiche successive. La facciata si propone singolare, ricordando i modelli dell'architettura toscana del tardo rinascimento, col tipico utilizzo della sovrapposizione di logge ad archi ribassati nei primi due orgini e architravati a terrazza sul terzo.
Lo stemma
Lo stemma del comune di San Giovanni Valdarno ha origini molto antiche. Esso venne probabilmente realizzato alla fondazione della città e rappresenta la figura di San Giovanni Battista, patrono della città e patrono di Firenze (a cui la città è sempre stata indissolubilmente legata), stante e benedicente, al naturale, posto su un prato verde, il tutto su uno scudo d'azzurro.
Gastronomia
Stufato alla Sangiovannese, ricetta segreta legata alla tradizione degli Uffizi nei saloni della Basilica di Santa Maria delle Grazie.
Rigatina, uno speciale tipo di pancetta "stesa" locale, molto saporita.
Sport
La società calcistica A.C. Sangiovannese 1927 è attualmente in Seconda Divisione della Lega Pro girone B.
Sbandieratori a San Giovanni
Eventi e tradizioni popolari
Uffizi di Carnevale
Carnevale Sangiovannese
Festa della Salacca
Valdarno Cinema Fedic [1]
Giugno Sangiovannese
Europlà, Festa Internazionale del Teatro comico di Strada
Giugno Sport
Fierucola
Festa della Rificolona
Festa del Perdono
Amministrazione comunale
Sindaco: Mauro Tarchi (DS) dal 15/06/2004
Centralino del comune: 055 91261
Posta elettronica: infosgv@val.it
Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
Classificazione climatica: zona D, 1937 GR/G
Diffusività atmosferica: alta, Ibimet CNR 2002
Gemellaggi
San Giovanni Valdarno è gemellato con:
Mahbes, Sahara Occidentale
Corning, Stati Uniti
Università
Dal 2001 è sede di un distaccamento dell'università di Siena grazie alla costruzione del Centro di Geotecnologie. La sede universitaria ha un corso di laurea triennale in Geotecnologie e un corso di laurea specialistica in Geologia Applicata.
Evoluzione demografica
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